La scelta delle calzature antifortunistiche. A cosa fare attenzione?
La moda è entrata anche nelle scarpe antinfortunistiche che sono sempre più belle ed accattivanti anche per l’occhio, ma siamo sicuri di fare la scelta giusta anche per la sicurezza?
La scelta della scarpa antinfortunistica non è una azione da sottovalutare ma deve essere ben ponderata in base a diversi criteri, talvolta le calzature stesse possono a loro volta essere causa di rischi, ad esempio se non adatte all’uso a cui sono destinate.
Innanzitutto bisogna valutare la calzatura in base alla protezione richiesta analizzando sia la mansione che il luogo di lavoro.
La legge responsabilizza in datore di lavoro per quanto riguarda l’adeguatezza del DPI al tipo di rischio presente. Generalmente viene valutato da un professionista, in base alle diverse figure presenti in azienda, e rilevato nel DVR ( Documento di valutazione rischi) conservato in sede aziendale.
Ci sono diverse normative europee che identificano le singole calzature in base alle diverse caratteristiche richieste.
ETICHETTA
Ogni scarpa deve riportare in etichetta una marcatura chiara ed indelebile dove ognuno di noi può controllare:
- nome del produttore
- misura
- anno ed almeno il trimestre di fabbricazione
- la norma di riferimento europea
- la marcatura CE di conformità europea ( deve esserci obbligatoriamente)
- la classe di protezione
CLASSI
Andiamo ad analizzare i diversi elementi:
Tutte le calzature possono dividersi in classe I o classe II
- Classe I -> calzature in cuoio e altri materiali escluse quelle in gomma o materiale polimerico
- Classe II -> calzature interamente in gomma o interamente in materiale polimerico
TIPI DI CALZATURE
Faccio una breve panoramica sui diversi tipi di calzature in base alla norme EN ISO; queste possono essere classificate in:
- Da lavoro -> EN ISO 20347
- Di protezione -> EN ISO 20346
- Di sicurezza -> EN ISO 20345
Calzature da lavoro (O)
Sono scarpe senza puntale di protezione. Vengono marcate con la lettera O ( occupational = professionale).
Calzature di protezione (P)
Sono calzature con puntale per la protezione delle dita del piede resistente a 100 joule cioè resistente dagli urti fino ad un livello di energia di almeno 100 J (ad esempio un oggetto del peso di 10 Kg che cade da 1 metro di altezza) e dalla compressione di un carico di almeno 10 KN (circa 1.000 Kg).. Vengono marcate con la lettera P ( protective = protezione)
Calzature di sicurezza (S)
Hanno la necessità di presentare in punta un puntale rigido capace di resistere senza rompersi alla caduta di un peso di circa 20 chilogrammi (200 Newton) da 1 metro di altezza (200 Joule di energia trasmessa) e dalla compressione di un carico di almeno 15 KN (circa 1.500 Kg).
Vengono marcate con la lettera S (safety=sicurezza)
CLASSIFICAZIONI DELLE CALZATUE DI SICUREZZA (S)
Le calzature di sicurezza “S” possono essere classificate ulteriormente in:
SB -> Possono essere sia di classe I che di classe II.
Sono dotate obbligatoriamente di un puntale con la funzione di proteggere il piede da possibili schiacciamenti e di una suola antiscivolo resistente agli oli minerali e agli idrocarburi. La tomaia deve essere in crosta o similare e deve avere una altezza minima. Praticamente devono essere:
- resistenti agli oli minerali,
- avere il puntale di protezione
- avere la suola antiscivolo.
Questa tipologia di scarpa antinfortunistica è adatta per lavori svolti in ambienti asciutti con un alto rischio di schiacciamento delle dita del piede.
S1 -> Sono di classe I. Le calzature da lavoro S1 oltre alle caratteristiche delle SB in più devono essere:
- antistatiche (A),
- La suola deve fungere da shock absorber per ridurre l’energia trasmessa dagli urti al tallone che a lungo termine possono causare problemi alla salute (E)
- Chiuse posteriormente (anche le calzature basse)
All’interno della categoria S1 c’è la categoria S1P che contengono anche le solette antiperforazione questa tipologia di scarpe è ideale anche qualora fossero presenti nel luogo di lavoro schegge e chiodi
Questa tipologia di scarpa da lavoro è adatta per attività svolte in ambienti asciutti con rischio di schiacciamento dell’avampiede .
S2-> Sono di classe I. Hanno le caratteristiche S1 in più:
- Impermeabilità dinamica della tomaia (WRU), resistenza all’acqua per minimo 1 ora; va bene per persone che lavorano all’esterno.
Questa tipologia di calzature da lavoro è adatta per attività svolte in ambienti con un alto livello di umidità, o all’esterno, in presenza di idrocarburi e con rischio di schiacciamento delle dita del piede.
S3 -> Sono di classe I . Caratteristiche S2 in più:
- Lamina od inserto antiperforazione (P)
- Suola scolpita o tassellata
Sono le più diffuse e richieste. Questa tipologia di scarpa da lavoro è adatta per lavori svolti in ambienti molto umidi, in presenza di idrocarburi, chiodi e schegge e con rischio di schiacciamento dell’avampiede.
S4 -> Sono di Classe II. Caratteristiche S1 integrate da:
- Resistenza agli idrocarburi (ORO)
S5 -> Sono di Classe II Caratteristiche S4 integrate da:
- Lamina od inserto antiperforazione (P)
- Suola scolpita o tassellata
Gli usi indicati sono solo indicativi, devono essere sempre eseguite le direttive stabilite nel DVR aziendale dal professionista incaricato.
SONO UGUALI COME SICUREZZA?
Entrambe le scarpe sono di marca DIADORA, il modello per entrambe le scarpe è il nuovo GLOVE II, il colore è diverso, ma è differente solo quello?
Leggiamo l'etichettatura interna:
DIADORA GLOVE II GRIGIE / DIADORA GLOVE II NERE
Come si vede le diadora glove grigie hanno una classificazione S3, hanno in più Impermeabilità dinamica della tomaia.
Le diadora glove nere invece sono classificate in S1 non sono perciò idrorepellenti ma hanno in più la Lamina o l'inserto antiperforazione (P) come si legge dall'etichetta anche se opzionale per la calssificazione.
Le seconde pertanto non vanno bene in tutti quei lavori a contatto con oli od altri liquidi, per lavori all'esterno o dove c'è la possibilità di bagnarsi.
Nell'etichetta possiamo leggere inoltre diverse altre sigle cosa sono?
REQUISITI OBBLIGATORI OD OPZIONALI (SIGLE E SPIEGAZIONE)
Abbiamo visto che i diversi requisiti di base vengono classificati con delle lettere alfabetiche, i requisiti obbligatori sono:
A -> Calzatura antistatica -> S1/S2/S3/S4/S5
E -> Assorbimento energia zona tallone -> S1/S2/S3/S4/S5
WRU -> Penetrazione e assorbimento di acqua dalla tomaia -> S2/S3
P -> Inserto perforazione -> S3/S5
FO/ ORO -> Resistenza agli idrocarburi -> S1/S2/S3/S4/S5
All’interno delle calzature di sicurezza ci sono anche dei requisiti e delle caratteristiche supplementari che in base alla mansione, al tipo di lavoro, al luogo di lavoro o alle caratteristiche del singolo addetto possono essere richiesti in aggiunta:
M -> Protezione metatarsale
AN -> Protezione malleolo
CI -> Isolamento dal freddo
HI -> Isolamento dal calore
C -> Calzatura conduttiva
EN 50321/ I -> Calzatura elettricamente isolante
CR -> Resistente al taglio della tomaia
WR -> Calzatura resistente all’acqua
Le scarpe antinfortunistiche certificate WR sono prodotte con una membrana impermeabile che blocca la penetrazione dell’acqua per i primi 15 minuti. Dopo 100 lunghezze non devono entrare più di 3 cm di acqua. Queste calzature sono idonee per mansioni che prevedono lavori a frequente contatto con acqua e fango oppure con esposizione agli eventi atmosferici.
Se la vostra attività dovesse prevedere un contatto continuo con l’acqua allora è meglio optare per degli stivali impermeabili S5.
HRO -> Resistenza al calore per contatto della suola
Questa norma stabilisce la resistenza al calore per contatto della suola mantenendo le proprietà base della suola (antiscivolo, antiolio e antistatica) sancita dai requisiti obbligatori.
Le scarpe antinfortunistiche certificate HRO sono prodotte con una suola robusta resistente al calore di contatto fino a 300°C per 1 minuto. Sono idonee per mansioni che prevedono lavori su fondi caldi come per esempio saldatori.
ESD (ElectroStatic Discharge) -> Protezione dalle scariche elettrostatiche
Questo tipo di caratteristica è da non confondere con le calzature marcate “A” scariche antistatiche.
Il simbolo ESD indica la protezione da una scarica di energia statica che passa da un corpo a un altro. Queste scariche possono raggiungere valori superiori a 15000 Volt, anche se generalmente non superano i 5000 Volt, come nel caso della classica “scossa” che si percepisce scendendo dall’auto in una giornata secca e ventosa.Sui luoghi di lavoro a rischio, le scariche ESD possono essere alla base di incidenti anche gravi (possono innescare un incendio in presenza di materiali infiammabili), e possono danneggiare i macchinari e le loro componenti sensibili. Le calzature marcate ESD si distinguono dalle normali scarpe antinfortunistiche che possiedono solo la marcatura di antistaticità (A), perché sono elettricamente dissipative, ovvero scaricano costantemente al suolo l’elettricità statica accumulata dal corpo umano. Il loro utilizzo è regolato, come ampliamento di protezione, dalla norma EN ISO 20345:2011.
Una scarpa antistatica infatti ha una resistenza elettrica che va dai 100 kiloohm a 100 megaohm, una scarpa ESD avrà un range dai 100 kilohm ai 35 megaohm; una scarpa ESD è sempre antistatica, ma una scarpa antistatica può non rientrare nella categoria ESD.
È possibile riconoscere una scarpa ESD, grazie a un bollino giallo che le distingue da altri tipologie di scarpe.
Le scarpe ESD sono disponibili in tutte le classi di sicurezza e sono necessarie per:
- Lavori con microchip
- Produzione di parti elettriche sensibili
- Nella verniciatura
- In laboratorio
- In campo medico
- Quando si lavora a contatto con liquidi e gas infiammabili
Le proprietà antistatiche della scarpa si ottengono grazie a una particolare tecnologia della suola. Essa è composta da poliuretano (PU) e la sua particolare struttura attutisce dai colpi. Un ulteriore vantaggio di queste suole sono le ottime proprietà antiscivolo. L’antistaticità può anche essere raggiunta con una suola in gomma
È molto importante tenere la propria scarpa sempre pulita. La sporcizia può ridurre il grado di protezione e può quindi causare scariche elettriche, che a loro volta possono provocare il danneggiamento di parti di macchinari o persino esplosioni. È necessario evitare di sottoporre le scarpe a sbalzi di temperatura (come ad esempio gelate improvvise) perchè si rischia di abbassare la loro resistenza di contatto.
SRA/SRB/SRC -> UNI 11583 – CALZATURE DI SICUREZZA, DI PROTEZIONE E DA LAVORO PER USO PROFESSIONALE PER LAVORO SU TETTI INCLINATI.
Il 7 maggio 2015 è entrata in vigore la norma UNI 11583:2015 "Dispositivi di protezione individuale - Calzature di sicurezza, di protezione e da lavoro per uso professionale per lavoro su tetti inclinati". La norma, redatta dalla Commissione Sicurezza (Sottocommissione per i "Dispositivi di protezione individuale") specifica i requisiti per le calzature per uso professionale per lavoro su tetti inclinati.
La norma è stata voluta dal gruppo di lavoro “Stivali e scarpe di protezione” della Sottocommissione 2 DPI della Commissione Sicurezza, derivata da esigenze particolari richieste dal mercato.
Sono state prese in esame e definiti i requisisti per tutte e tre le tipologie di calzature, da lavoro, da protezione e di sicurezza. Sono state considerate solo quelle di classe I, eccezione quindi per le calzature costruite in gomma e polimerici.
La norma SRA-> prevede che la resistenza alla scivolamento della suola venga testata su una superficie di ceramica ricoperta di acqua e detergente con un tacco maggiore o uguale a 0.28 e scivolamento su un piano inclinato in avanti maggiore o uguale a 0.32
la norma SRB-> prevede il test di resistenza su una superficie di acciaio ricoperta di glicerina con un tacco maggiore o uguale a 0.13 e scivolamento su un piano inclinato in avanti maggiore o uguale a 0.18
La norma SRC-> Prevede entrambi i metodi e per aumentare la resistenza allo scivolamento, il test di resistenza viene effettuato su suolo di acciaio con soluzione NaLS con coefficiente ≥ 0,38 per scivolamento piano in avanti; e ≥ 0,30 con scivolamento piano all’indietro. Queste calzature sono state previste senza tacco e con rilievi con dimensioni specifiche.
Da questa immagine possiamo notare oltre al numero di scarpa anche l'anno e il mese di produzione della calzatura. Diadora marca la data di produzione nella suola, mentre Beta la mette nella linguetta interna.
- Esempio di calzatura SRC : Diadora utility D JUMP HI PRO S3 SRC
- ESEMPIO DI MARCATURA SRC
Sono stati identificati anche i requisiti aggiuntivi che potrebbero avere questi dispositivi in base ai rischi che si possono incontrare sul luogo di lavoro sia per quanto riguarda le calzature complete che per quanto riguarda la suola.
Se sono presenti plantari estraibili vengono date istruzioni specifiche anche pe questi componenti.
CALZATURE PER L’UTILIZZO DI SEGHE A CATENA (UNI EN ISO 17249: 2014, 1329)
Nessun DPI può assicurare al 100 % la protezione contro tagli da motoseghe. Esistono però calzature in grado di garantire un certo livello di protezione. Questo può essere ottenuto utilizzando materiali che facilitino lo scivolamento della catena al contatto, oppure che rilascino fibre che una volta entrate negli ingranaggi della catena ne provochino l’arresto; o ancora, materiali realizzati con fibre di elevata
resistenza al taglio in grado di assorbire l’energia e ridurre quindi la velocità della catena
E’ importante in ogni caso che l’area di protezione si estenda fino ad almeno 195 mm al di sopra della soletta, in modo da garantire una sovrapposizione tra calzatura e pantalone. Le classi di protezione sono in funzione della velocità della catena.
Sono previste tre classi di calzature di protezione:
- classe 1 velocità massima della motosega 20 m/s
- classe 2 velocità massima della motosega 24 m/s
- classe 3 velocità massima della motosega 28 m/s.
ESEMPIO DI STIVALE CON MARCATURA CLASSE 1
La calzatura con resistenza al taglio prodotto da motoseghe è anche una calzatura di protezione con puntale antischiacciamento e soletta anti perforazione metallica e suola antiscivolo.
Diverse sono le case produttrici di motoseghe con una loro linea di dpi che comprendono anche stivali e scarponi protettivi. Ad esempio anche husqvarna propone diverse soluzioni:
https://www.husqvarna.com/it/accessori/stivali/
Questa raccolta di informazioni non vuole essere esaustiva dell’argomento ma solo un punto di partenza per poter affrontare l’acquisto di una scarpa di sicurezza con maggior consapevolezza.
QUALE VIENI A PROVARE?